L’attenzione si concentra sull’evoluzione del vortice polare stratosferico, attualmente interessato da un anomalo riscaldamento in alta quota, noto come stratwarming, atteso intorno alla metà del mese.
Questo fenomeno, spesso determinante nel condizionare la circolazione atmosferica, potrebbe innescare un importante afflusso di aria artica verso l’Europa meridionale, con effetti diretti anche sulla nostra penisola.
Le proiezioni modellistiche delineano due possibili configurazioni atmosferiche di rilievo. La prima ipotesi prevede un’irruzione di correnti gelide di origine russa attraverso i Balcani, con un brusco calo termico già tra l’8 e il 9 febbraio.
In questo scenario, il Nord Italia potrebbe sperimentare temperature sotto lo zero, accompagnate da nevicate fino in pianura padana, mentre l’Appennino centro-settentrionale vedrebbe accumuli significativi. Una seconda possibilità contempla una discesa retrograda di aria fredda dalla Scandinavia tra il 12 e il 13 febbraio, con effetti più estesi su tutta la penisola.
In tal caso, il coinvolgimento del Centro-Sud potrebbe tradursi in precipitazioni nevose anche a quote basse, intensificando il carattere invernale della fase.
Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dall’interazione tra le masse d’aria fredda in arrivo e le perturbazioni atlantiche. Tra il 10 e il 15 febbraio, il contrasto termico potrebbe favorire la formazione di depressioni sul Mediterraneo, con ciclogenesi intense e condizioni meteorologiche particolarmente avverse.
Venti forti, precipitazioni abbondanti e nevicate fino a 200-300 metri al Nord potrebbero caratterizzare questa fase, mentre le regioni tirreniche sarebbero esposte a un rischio idrogeologico per le piogge persistenti. Le temperature previste a 850 hPa, comprese tra -5°C e -10°C, confermano un quadro favorevole a eventi nevosi anche in aree collinari.
Nonostante questi segnali, permangono margini di incertezza legati all’evoluzione del vortice polare.
L’andamento delle prime settimane di febbraio sembra comunque orientato verso un cambiamento di pattern meteorologico. Dopo una fase iniziale più stabile e con temperature superiori alla media, tra il 5 e il 15 febbraio potrebbe aprirsi una finestra favorevole a irruzioni fredde e nevicate, soprattutto al Nord.
La terza decade del mese, invece, resta un’incognita, con alcuni modelli che ipotizzano un rialzo termico e un ritorno a condizioni più miti.
Vi invitiamo alla prudenza nelle previsioni a lungo termine, poiché gli effetti dello stratwarming necessitano di almeno 10-15 giorni per manifestarsi nella troposfera. L’evoluzione del mese dipenderà quindi dalla capacità di questo riscaldamento stratosferico di influenzare i pattern atmosferici più bassi.
Se le dinamiche descritte dovessero concretizzarsi, l’Italia potrebbe trovarsi di fronte a un febbraio dal volto meteo autenticamente invernale.
