La grande curiosità METEO che circonda l’evento di freddo previsto dopo metà mese riguarda soprattutto quanto le TEMPERATURE possano scendere in quel periodo. CAMBIAMENTO CLIMATICO e condizioni locali giocano un ruolo fondamentale, ma non sempre in modo intuitivo. L’ITALIA ha registrato un aumento medio di 1,0 °C rispetto al 1985, crescita che non si è distribuita in modo omogeneo: nelle regioni settentrionali la variazione è stata più marcata. Tuttavia, questo non implica che al Nord faccia meno freddo rispetto ad altre zone della Penisola, poiché altri fattori METEO intervengono in modo cruciale.
Le aree costiere risentono della vicinanza al mare: nel caso specifico, il MAR MEDITERRANEO esercita un effetto mitigatore sulle oscillazioni annuali di TEMPERATURA. Al contrario, nelle regioni settentrionali italiane l’escursione termica tra il picco invernale e quello estivo può superare anche i 20 °C, generando differenze di rilievo. Febbraio, specie oltre la metà del mese, non è assimilabile ai livelli di radiazione solare tipici di dicembre o gennaio, e questo può influenzare gli eventi METEO di freddo intenso.
Voglio sottolineare come le condizioni METEO estreme, oggi, vadano inserite in un contesto di CAMBIAMENTO CLIMATICO. Rispetto a decenni fa, il RISCALDAMENTO GLOBALE ha innalzato le TEMPERATURE medie, ma restano possibili fenomeni di gelo anche significativo.
Voglio portare come esempio l’ondata di freddo tra l’8 e 11 febbraio 1986. Allora, ci trovavamo circa una settimana o dieci giorni prima del periodo METEO di eventuale gelo che stiamo attendendo in questo febbraio, eppure si verificò un raffreddamento marcato che persistette per parecchi giorni. Se lo paragoniamo a un evento più recente, come quello del 2018, notiamo che quest’ultimo si è manifestato in un contesto climatico assai simile all’attuale, con TEMPERATURE più elevate su scala globale rispetto al passato.
Nel 2018, un’irruzione di gelo portò la NEVE persino a NAPOLI, dove le precipitazioni nevose sono un fenomeno quasi mai osservato. Un raffronto ulteriore si può fare con l’ondata METEO del 1956, che interessò l’EUROPA con un gelo storico. L’episodio del 2018, però, si rivelò ancor più tardivo, in quanto si verificò a fine febbraio. Questo a riprova che una nevicata abbondante può ancora manifestarsi in maniera imprevedibile, perfino in località tirreniche teoricamente più miti come NAPOLI, che gode di un microclima protetto grazie alla sua posizione geografica.
Per approfondire ulteriormente, torniamo di nuovo al 1987. Dopo il 5 marzo 1987 di quell’anno ci fu una possente ondata di aria gelida proveniente dalla Siberia, analoga a quanto alcuni modelli odierni ipotizzano per il prossimo periodo. In quell’occasione, le coste adriatiche ricevettero imponenti nevicate: nella zona periferica di BARI la coltre di NEVE raggiunse 1 metro.
Le TEMPERATURE diurne in buona parte d’ITALIA rimasero intorno a 0 °C per molti giorni. Ai tempi, il RISCALDAMENTO GLOBALE era meno accentuato, e si verificarono effetti METEO di grande impatto.
Se allarghiamo lo sguardo, negli STATI UNITI D’AMERICA è accaduto di recente un evento similare. Una violenta ondata di gelo si è spinta da nord verso sud nella terza decade di gennaio, raggiungendo il GOLFO DEL MESSICO e causando NEVE in FLORIDA e a NEW ORLEANS, con valori di diversi gradi sotto zero gradi Celsius. Questi territori hanno in genere un clima vicino al tropicale, o tropicale, eppure la discesa di aria fredda è stata tale da generare condizioni METEO invernali drastiche.
Risulta evidente come le nevicate e le ondate di gelo dipendano dall’energia e dalla traiettoria dell’evento METEO. Energia, o meglio ESPLOSIONE dell’ONDATA di GELO che in tempi rapidissimi viaggia da nord verso sud o da nord est verso sud est.
Esistono registrazioni storiche di cali termici rapidissimi, anche di 15 °C in pochissime ore, come avvenuto a TRIESTE, dove il vento di BORA può irrompere con violenza dalle pianure balcaniche, generando un repentino crollo di TEMPERATURA. A livello statistico, per definire l’intensità di un’ondata di freddo si deve valutare la velocità con cui l’aria gelida si sposta, oltre al contrasto con masse d’aria più miti.
Le proiezioni dei modelli METEO odierni indicano un potenziale scontro tra masse d’aria gelida provenienti da est e le correnti oceaniche da ovest. Quando l’anticiclone si indebolisce, queste correnti recuperano forza, ma a volte si crea una specie di “guerriglia” tra flussi gelidi e aria tiepida. In tali circostanze, la storia insegna che possono verificarsi precipitazioni nevose di notevole portata, sia in EUROPA sia in altre zone geografiche. ITALIA compresa.
Al momento, ci troviamo di fronte non solo di fronte ad una semplice ipotesi di buona affidabilità sul rischio dell’evento sull’Europa orientale, mentre sulla rotta siamo in crisi, non possiamo fare previsioni di buona affidabilità.
Quando un’ondata di freddo arriva da est, i modelli METEO faticano a delineare con alta affidabilità traiettoria, durata ed effetti con un anticipo di più di sette giorni. Abbiamo indicazioni che l’evento atmosferico possa formarsi, però stabilirne l’esatta rotta è complesso. Per valutare con maggior precisione le conseguenze finali, continueremo a seguire i nuovi aggiornamenti METEO, che risultano indispensabili per capire l’effettivo impatto sulle regioni italiane, dai rilievi più interni fino alle coste.
A questo punto, non possiamo che restare in attesa di ulteriori dati METEO. Anche se l’evoluzione potrebbe portare condizioni di GELO, non è detto che le correnti da ovest non intervengano a modificare il quadro e smontare l’intensità di questo evento meteo.
Quel che è certo è che, in passato, l’inverno di febbraio si è già mostrato capace di sorprese clamorose: la storia ci rammenta che perfino in NAPOLI, ha potuto osservare la NEVE in momenti insospettabili come il febbraio 2018. Siamo quindi pronti a seguire l’evoluzione del tempo, appellandoci ai futuri bollettini METEO per comprendere se il freddo previsto dopo metà mese sfoggerà o meno la sua massima intensità.
