Appare oramai abbastanza probabile un raid freddo sull’Italia tra il prossimo fine settimana e l’inizio della settimana successiva, a prescindere poi da quelli che saranno gli effetti, se superficiali o più importanti sul nostro territorio, effetti che, però, non potranno che essere valutati a più stretto giro, ossia entro venerdì prossimo.
In questa sede, invece, volgeremo lo sguardo al periodo successivo, grosso modo alla seconda metà di gennaio e anche prima decade di Febbraio e, quindi, cercheremo di cogliere l’evoluzione di massima sul Mediterraneo centrale e sull’Italia per il “core dell’inverno”.
A supportare la nostra indagine, come al solito, il vaglio degli indici teleconnettivi, gli unici in grado di dare una certa maggiore attendibilità all’evoluzione oltre i 15 giorni.
Più nello specifico, l’indice AO, che monitora lo stato del Vortice Polare Troposferico, è dato in progressivo aumento, dai valori negativi attuali verso valori positivi già intorno a metà mese;
l’indice NAO, quello che monitora la tensione barica nordatlantica, è dato anch’esso in progressivo aumento, ma con valori ancora negativi fino al 17/18 del mese circa, poi con passaggio in territorio positivo;
l’indice PNA, che monitora la tensione barica nord-pacifica, è visto ancora positivo fino al 17/18 del mese, poi passaggio in territorio negativo.
Da questa prima analisi si evince che fino al 17/18 gennaio, la circolazione possa avere ancora connotati meridiani, quindi magari con irruzione fredda confermata per il periodo appena precedente metà mese e verso metà mese, poi sua progressiva cessazione, ma ancora con possibili influenze fresche e debolmente instabili, appunto, fino al 17/18.
A seguire, quindi dalla fine della seconda decade e per buona parte della terza, possibile maggiore invadenza dell’Alta Pressione, con maggiore stabilità in via generale e temperature più miti di giorno, magari ancora freddine di notte per via dell’irraggiamento notturno.
Circa questa possibile fase più anticiclonica e stabile dopo il 17/18 gennaio, ci sarebbe il supporto anche della MJO, ossia della convenzione subtropicale indiana/oceanica, con entrata nelle fasi 1/2, amplificanti l’azione sub-tropicale stabilizzante verso le nostre latitudini.
Sul finale di mese, però, potrebbero tornare ad esserci dei cambiamenti barici.
Dalla Stratosfera, infatti, giungerebbero segnali di destabilizzazione del Vortice Polare Stratosferico, con possibile condizionamento anche più in basso e possibile riattivazione di onda planetaria meridiana sul comparto atlantico-europeo, con altre opportunità di irruzioni fredde verso il Mediterraneo centrale e l’Italia, tra la fine di gennaio e la prima decade di febbraio.
Questo il quadro di massima, nel medio lungo termine, dalla lettura dei maggiori indici teleconnettivi.
Naturalmente torneremo ad aggiornarci periodicamente su questa evoluzione, al fine di smentirla o confermarla sulla base di dati stagionali progressivamente più credibili.
