Il sollevamento del suolo e i terremoti nei Campi Flegrei rappresentano una sequenza di eventi che tolgono il sonno. Stiamo osservando un fenomeno fisico di crisi bradisismica che dura da anni, caratterizzato da un sollevamento notevole. I terremoti sono strettamente legati a questa dinamica. Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico di grande notorietà, spiega che la situazione attuale è simile a quella degli anni Ottanta, con una sequenza di eventi preoccupante.
Gli ultimi terremoti sono stati di una certa intensità, come quello di magnitudo 4,4, e c’è il timore che possano verificarsi scosse ancora più forti. Tuttavia, Tozzi sottolinea che la preoccupazione principale riguarda lo stato generale dei Campi Flegrei. Migliaia di persone vivono su un supervulcano e, invece di tenerlo sotto controllo, si è costruito sopra ospedali, ippodromi, basi militari e una città da 80.000 abitanti. Qualsiasi evento in quest’area rappresenta un problema significativo.
Gli abitanti dei Campi Flegrei sono sospettosi e temono che gli scienziati non stiano rivelando tutta la verità, poiché i Campi Flegrei sono una delle aree vulcaniche più monitorate al mondo, con dati condivisi a livello internazionale. Afferma che è sempre meglio dire la verità, anche se dura, e che nessuno prenderebbe la responsabilità di mettere a rischio vite umane.
Alcuni critici sostengono che i provvedimenti adottati siano insufficienti. Tozzi risponde che il vero problema è che i Campi Flegrei, che dovevano essere un grande parco naturale, sono invece abitati da 600.000 persone. La continua urbanizzazione della zona, nonostante il suo evidente pericolo, è una scelta irresponsabile. Ricorda che solo due o tre delle trenta bocche eruttive originali sono ancora riconoscibili, poiché il cemento ha cancellato le altre.
Per quanto riguarda le vie di fuga, esistono piani di evacuazione e di esodo, poiché in caso di una terribile eruzione, non sarebbe più possibile tornare. Tuttavia, Tozzi sostiene il fatto che siano state fatte poche esercitazioni.
Infine, Tozzi invita gli amministratori a fermare le costruzioni e l’arrivo di nuove famiglie, ricordando a tutti che i Campi Flegrei sono un’area pericolosa. Ricorda che nel 1538 il Monte Nuovo è nato da una zappa, un chiaro esempio della potenza vulcanica della zona. Tuttavia, si continua a fare finta di nulla, ignorando i rischi evidenti.
Ma cosa è il Monte Nuovo? Pochi lo sanno, e ve lo diciamo noi, allora.
Il Monte Nuovo è un cono vulcanico situato nei Campi Flegrei, un’area di attività vulcanica a ovest di Napoli, in Italia. Si è formato a seguito di una violenta eruzione avvenuta nel 1538.
Nel settembre del 1538, dopo un periodo di intensa attività sismica e di sollevamento del suolo, si aprì una frattura nella zona tra il lago d’Averno, Monte Barbaro e il mare. Il 29 settembre iniziò un’eruzione esplosiva che durò circa una settimana. Ceneri, pomici e frammenti di lava furono espulsi fino a grandi altezze, ricadendo su un’ampia area circostante.
L’eruzione fu di tipo freatopliniano, caratterizzata da esplosioni molto violente causate dall’interazione tra magma e acqua. La cenere vulcanica ricoprì i villaggi circostanti e si stima che l’eruzione abbia prodotto circa 0,02 km³ di materiale piroclastico.
Durante l’eruzione, il materiale eruttato si accumulò attorno al punto di emissione, formando rapidamente un nuovo cono vulcanico alto circa 133 metri e con un diametro di circa 1,5 km. Questo cono fu chiamato “Monte Nuovo”.
L’eruzione del Monte Nuovo è l’unica eruzione storica documentata dei Campi Flegrei. È un importante caso di studio per comprendere i rischi associati a quest’area vulcanica, che include la caldera dei Campi Flegrei, considerata ancora attiva e potenzialmente pericolosa data la sua vicinanza all’area densamente popolata di Napoli.
